Torino, 20.2.2025

Come scegliere il migliore pesce fresco che sia anche sostenibile, in una città come Torino? La domanda ce la siamo posta anni fa, e la risposta che ci siamo dati sono state le tante realtà con cui collaboriamo assiduamente per proporvi ogni settimana un menù che comprenda pesce fresco, sano, buono e sostenibile:
Aqua de Mâ, con orate e branzini del Golfo del Tigullio, allevati in mare aperto Palma d'Oro, che ci fornisce orate allevate con metodo biologico a Stintino Copromar, che ci consegna pesce fresco pescato in zone FAO 37 (che è il mar Mediterraneo) Agritrutta, che nel fiume Pesio alleva alcune varietà di trote, la cooperativa di pescatori Coomarpesca, che a Fano prepara sughi a base di pesce azzurro e l'azienda siciliana Nonno Peppino, che pesca con metodo tradizionale acciughe e tonni, lavorandoli a poche ore dalla cattura.
Se li avete già mangiati, non serve che aggiungiamo altro. Se non li conoscete ancora, sappiate che sono tra le realtà più serie e interessanti d'Italia, 'approvate' anche dagli esperti del Gambero Rosso, in un articolo dedicato al pesce sostenibile e sano. Che, forse a sorpresa, risulta più sicuro se - ben - allevato (la filiera deve essere però controllata).
Perché viene promosso il pesce di allevamento? I motivi sono molti: gli stock ittici si stanno riducendo in mari sempre più sovra-sfruttati e poveri di fauna, a fronte di una domanda in continua crescita per consumo pro capite più che raddoppiato e per crescita della popolazione mondiale. Per consentire a tutti di mangiare pesce, la produzione ittica dovrà necessariamente aumentare e l'acquacoltura risulta allora l'unica soluzione. Aggiungiamo che ha meno scarti rispetto alla pesca in mare, dove il 50% di quanto finisce nelle reti è inutilizzabile (troppo piccolo, rovinato, inutilizzabile) e che il controllo della produzione (nelle realtà virtuose di acquacultura) è integrale. Inoltre, secondo studi universitari, il pesce allevato non contiene contaminanti maggiori di quelli del pesce di cattura. Stessa spiaggia, stesso mare.
Come scegliere allora il pesce più sostenibile? Accanto a nomi e cognomi, ecco i consigli utili che trovate nell'articolo e di cui tener presente quando comprate e compriamo il pesce:
1. Privilegiate il pesce italiano: sia di allevamento sia selvaggio, preferire prodotti locali garantisce maggiore tracciabilità e sostiene l'economia locale
2. Diffidate dei prezzi troppo bassi: possono essere indicativi di pratiche di pesca o allevamento non sostenibili o di qualità inferiore
3. Attenzione alle dimensioni del pesce d'allevamento: esemplari troppo piccoli potrebbero provenire da allevamenti con problemi sanitari che hanno dovuto anticipare la raccolta
4. Evitate il pangasio: questo pesce, allevato nei paesi dell'Est ha controlli limitati sulla produzione, contiene meno proteine nobili biodisponibili, ha più acidi grassi saturi e meno insaturi
5. Limitate il consumo di pesci grandi: tonno e pesce spada sono da evitare perché, essendo all'apice della catena alimentare, accumulano più contaminanti e hanno livelli più alti di metalli pesanti come mercurio e piombo. E poi il tonno rosso ha ben altri pensieri in questo momento (scopritelo sul post Tonno rosso da allevamento insostenibile)
6. Preferite il "pesce povero" e il pesce azzurro: sono ricchi di nutrienti e Omega 3 e rappresentano una scelta più sostenibile
7. Domandate la provenienza: è importante chiedere sempre l'origine del pesce, verificare la provenienza dell'allevamento. Anche per contribuire a creare una cultura della trasparenza.
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Fonti: Come scegliere il pesce buono e sostenibile. Consigli per gli acquisti (anche per quello allevato), a cura di Mara Nocilla, Gambero Rosso, 5 Ott 2024 Il pesce del futuro è allevato? Ecco perché l'acquacoltura è una scelta da non sottovalutare, a cura di Mara Nocilla, Gambero Rosso, 30 Set 2024
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